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LETTERA AL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA

Egregio direttore,
le scriviamo una lettera aperta, nella speranza che la nostra causa, quella delle scuole paritarie, possa trovare spazio nelle pagine del vostro prestigioso giornale.
La nostra scuola, Istituto Serve di Maria, costituisce una realtà bella e importante nel territorio di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. Fu aperta già a metà dell’Ottocento e da allora ha accolto bambini e ragazzi di ogni estrazione sociale. Si tratta, come può capire, di una istituzione culturale importante, che nel tempo ha perfino scritto pagine di storia, non solo locale, ospitando in tempo di guerra alcune bambine ebree, che furono così salvate dai campi di sterminio nazisti.
Domenica scorsa, 17/05, il vostro giornale ha pubblicato un bell’articolo, a firma di Alessandro De Nicola: “La tentazione delle paritarie”.
Nel suddetto articolo, De Nicola arriva al punto della questione quando rileva come il contributo che le scuole paritarie forniscono alla comunità nazionale abbia da sempre un valore non solo socio-culturale, ma anche economico. È un fatto (purtroppo però ignorato da molti) che le scuole paritarie facciano risparmiare allo Stato ogni anno diversi milioni di euro. Così, non solo le scuole paritarie operano “senza oneri per lo Stato”, come vuole la Costituzione, ma anzi consentono alle casse dello stesso un risparmio considerevole.
È di tutta evidenza, dunque, che se, come sembra, molte scuole paritarie fossero costrette a chiudere, si riverserebbero sulla scuola pubblica (ma, per la legge Berlinguer, anche la paritaria è pubblica!) centinaia di migliaia di studenti, col serio rischio di far implodere l’intero sistema. Di questo sono ben consapevoli gli amministratori locali, che spesso chiedono alle suddette scuole paritarie di aprire nuove sezioni per aiutare il sistema scolastico locale in difficoltà.
La legge 62/2000 ha istituito un polo unico di istruzione, pertanto l’esistenza delle scuole paritarie rappresenta la diversificazione all’interno del suddetto sistema e, in questo modo, realizza il pluralismo. Valore imprescindibile della democrazia. Difendere la vita delle scuole paritarie, pertanto, non è favorire un interesse di parte, ma l’interesse collettivo della società.
L’attuale Governo, soprattutto per bocca del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha a più riprese dichiarato di avere a cuore la situazione delle famiglie e il rilancio economico e culturale del paese. Purtroppo, nel decreto attualmente in discussione in Parlamento sono state stanziate per le scuole paritarie risorse del tutto insufficienti, a quanto pare inferiori addirittura agli incentivi previsti per l’acquisto delle biciclette. Sarebbe già qualcosa, come ben scritto da De Nicola, se il decreto prevedesse almeno “una detrazione fiscale per i genitori che mandano i figli alle paritarie”.
Fino ad oggi, tutti i cittadini che fanno parte del mondo delle scuole paritarie sono rimasti invisibili al Governo, ma la libertà di educazione è un valore fondante della nostra democrazia. È un bene collettivo, che riguarda tutti. Negarlo significherebbe indebolire il nostro Paese, farlo ripartire con una ruota bucata. E con una ruota bucata non si va da nessuna parte.
Ringraziandola per l’attenzione che vorrà accordarci, le porgiamo i nostri cordiali saluti.

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